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Patio Bonito
Colombia: 300 famiglie di desplazados (profughi) occupano appartamenti abbandonati rivendicando l' accesso ai diritti fondamentali. Sono chiamati desplazados, famiglie di scacciati dalle loro terre dal conflitto armato che insanguina la Colombia autore Teleimmagini email teleimmagini@insiberia.net citta' Colombia data 11/11/2006
nome del file ngv_co_it_20051010_patio_bonito.avi
durata 00:11:42 (hh:mm:ss) cd 97 grandezza 86.6 Mb lingua it mime type () 29/08/05, Patio Bonito, barrio Kennedy periferia emarginata di Bogota.
300 famiglie di desplazados (profughi) occupano appartamenti abbandonati rivendicando l' accesso ai diritti fondamentali. Sono chiamati desplazados, famiglie di scacciati dalle loro terre dal conflitto armato che insanguina la Colombia e costretti a fuggire nelle selve di cemento delle città. Tutte le persone che appaiono in questo video sono state minacciate di morte; questo è il reportage in presa diretta, fatto in fretta per non essere un epitaffio ma una denuncia ad alta voce... Quando mi sono trovato a guardare per al prima volta un video sulla Colombia, che non parlasse della coca o della guerriglia, ho provato una sensazione orribile:come si sente un documentarista che, prima di finire il montaggio del suo video, deve aggiungere sotto a ogni intervistato...un epitaffio? Abbiamo dormito con loro nelle loro case, abbiamo mangiato assieme e con loro ci siamo alzati nell'alba crepuscolare della Colombia degli emarginati, per intraprendere un cammino di lotta per la dignità e la libertà. ---- Alla fine di questo terzo giorno di accampamento dei desplazados, le prospettive delle 1500 persone accampate nel quartiere Ribera de Occidente di Patio Boni o (località Kennedy )non sembrano essere piene di speranza.Nelle ultime ore lo sgombero-annunciato e smentito varie vol e nel corso della giorna a di oggi-sembra gia essere sicuro. Se avverrà si realizzerà con la prevedibile reazione violenta della strategia repressiva adottata dalle autorità, la quale ha privato queste 300 famiglie dei servizi minimi indispensabili per la sussitenza e sempre si è negata a qualsiasi tipo di trattativa o accordo,dal momento, in cui i deplazados a stabilirsi in questa urbanizzazione. La condizione in cui si incontrano queste persone - tra le quali 550 bambini,100 donne incinte, disabili e anziani - ha raggiunto i minimi della sopportazione: chiusi nelle case, (la maggior parte delle quali senza porte,ne ’finestre, ne ’elettricità, ne ’ acqua)e con le scorte di cibo quasi al ermine. Per di più si è sentito dire che la Forza Pubblica sta proibendo l ’ingresso di altri alimenti. La comunicazione con l ’esterno è limita a ai rappresentanti dei displazados e a delegazioni esterne. Quando alcuni mediattivisti stranieri dell ’ IPO tentarono di intervistare i desplazados attraverso la rete, la polizia spiegò ai desplazados che non potevano stare vicino. Questa è la situazione paradossale che soffrono queste persone:da una parte non vedono riconosciuti i loro diritti come desplazados (garantiti dalla Costituzione del ’91)e dall ’ altro sono trattati con forte ostilità mentre stanno rivendicando condizioni di vita giuste e degne, quelle stesse che, sulla carta, assicura loro proprio la Costituzione. I desplazados non chiedono che si regalino loro le case - più di 100 - bensì che si dia loro il permesso di comprarle ad un prezzo equo.Precisamente questo è il motivo della pro esta:il Governo ha negato loro la possibiltà di comprare queste abitazioni perchè la loro condizione di desplazados (indotta dalle scelte politiche dello stesso Governo) “non garantirebbe pagamenti regolari ”. Le risposte a questa repressione prevedono azioni di tipo giuridico, la creazione di un Comitato di appoggio tanto tra membri della comunià civile, quanto tra strutture organizzative nazionali ed internazionali e l ’accompagnamento dei manifestanti affinchè si concretizzino queste tre proposte: · Far pressione sulle autorità perchè abbia presto termine il confinamento dei 1500 desplazados e perchè abbia inizio una trattativa seria. · Garantire la formazione di una commissione di alto livello (della quale facciano par e la Croce Rossa Internazionale e l ’ ACNUR))che partecipi alle trattative. · Garantire la sicurezza della popolazione in ogni momento, specialmente quella dei portavoce che rischiano le loro vite nel momento in cui si espongono pubblicamente. Tra le varie forme di appoggio ricevute dai desplazados,è di particolare importanza quella offerta dalla comunità residente a Riberas de Occidente, la quale, riunita in un ’assemblea di 400 persone, riconosce i diritti di questi desplazados e appoggia la loro forma di protesta. E ’ dunque indispensabile chiedere e chiedersi quale sarà la risposta del Governo a questa situazione. Dimostrerà la volontà politica necessaria per iniziare un dialogo con i manifestanti o la repressione sarà l ’unica soluzione? Sarà permesso l’ingresso nella zona alle Organizzazioni Internazionali di protezione e la loro partecipazione alle trattative? Saranno finalmente garantite le condizioni minime di sopravvivenza a questa gente, già vittima di uno o vari desplazamientos nel corso delle loro vite?
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