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sulle giornate di Napoli durante il GlobalForum

autore Zombi_j
email zombi_j@ecn.org
citta' napoli
data 20/03/2002

nome del file ngv_ita_na_20010315_napoli_other_video.avi
durata 00:04:00 (hh:mm:ss)
cd 10
grandezza 25.92 Mb
lingua it
mime type avi divx (video/avi)

un blob sulla manifestazione di napoli
per il global forum - scontri cariche e alcune riprese memorabili...
L'indagine per gli incidenti del marzo del 2001
le accuse: sequestro di persona, violenza, lesioni personali

NAPOLI - Ordini d'arresto contro otto poliziotti in servizio a Napoli, tra cui due funzionari: il vicequestore Carlo Solimene e il commissario capo Fabio Ciccimarra. Motivo: i presunti abusi compiuti contro decine di manifestanti No-global, che - il 17 marzo del 2001 - protestavano contro il Global Social Forum in corso nel capoluogo campano. L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip Isabella Iaselli, su richiesta del pool coordinato dal procuratore aggiunto Paolo Mancuso.

Niente carcere, per le otto persone coinvolte nell'inchiesta, ma arresti domiciliari. E subito in Questura - dove si trovano ancora gli arrestati - scoppia la rivolta: i colleghi protestano, bloccano il trasferimento degli otto nelle loro abitazioni. Negli uffici della Mobile, al terzo piano, ci sono anche il questore Nicola Izzo e il capo della squadra mobile Giuseppe Fiore, impegnati a sedare gli animi. Poco dopo una cinquantina di agenti organizza una catena umana attorno all'edificio: tenendosi per mano - alcuni si sono ammanettati fra di loro - ed abbracciandosi, formano un cordone. "Si tratta di arresti con motivazioni politiche che non conosciamo", dicono.

Comunque vada, resta il fatto che sul capo dei poliziotti coinvolti nell'inchiesta pesano accuse gravi: i reati ipotizzati sono sequestro di persona, violenza privata e lesioni personali. Secondo i pm incaricati delle indagini, quel giorno di marzo 2001 i giovani - che dopo gli scontri con le forze dell'ordine erano andati negli ospedali cittadini per farsi medicare - furono prelevati con la forza e condotti alla caserma Raniero, "senza alcuna valida giustificazione - scrive il procuratore Agostino Cordova - e lì sottoposti a gravi forme di maltrattamenti, ingiustificate perquisizioni personali e a gratuite mortificazioni".

"I fatti in oggetto - aggiunge Cordova - non minano la fiducia di questo Ufficio nei confronti del personale di polizia in generale e di quello in servizio presso la Questura di Napoli in particolare".

E infatti, subito dopo gli scontri, la Procura della Repubblica di Napoli aprì un'indagine, sia sui comportamenti illegali da parte di alcune frange del corteo (con lancio di sanpietrini, rottura di vetrina, lancio di molotov e detenzione di armi improprie), sia per le denunce presentate da alcuni manifestanti per i maltrattamenti in caserma. Poi per questa seconda indagine fu stralciata, proprio nell'ipotesi che emergessero responsabilità dei poliziotti. Ad arricchire questo filone d'inchiesta, anche filmati delle televisioni e le proteste di pacifici cittadini che avevano partecipato al corteo.

Sugli incidenti la Rete No Global della Campania rese pubblica una sorta di libro bianco, con testimonianze e foto. Nel luglio successivo, a Genova, identici pestaggi furono denunciati dai manifestanti presenti al G8 di Genova, avvenuti nell'ormai famigerata caserma Bolzaneto.

(26 aprile 2002)

da www.repubblica.it 26/04/2002


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