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Lotta Sporca
Dopo piu' di una settimana di sciopero i lavoratori di Milano occupano i binari della Stazione Centrale
autore Dropout - Officina dell'Immagine
email drop.out@libero.it citta' Milano data 04/07/2003
nome del file ngv_mi_ita_20020211_lotta_sporca.avi
durata 00:30:00 (hh:mm:ss) cd 29 grandezza 200.59 Mb lingua it mime type avi divx (video/avi) Nell'autunno del 2001 dopo un'infame gara d'appalto "al ribasso", con ingenti tagli del personale imposta da Ferrovie dello Stato e Treni Italia, i lavoratori delle pulizie ferroviarie di tutto il paese iniziano una dura vertenza contro i licenziamenti. L'11 febbraio 2002, dopo piu' di una settimana di sciopero non dichiarato e infinite proroghe senza nessuna ipotesi di risoluzione della vertenza all'orizzonte, i lavoratori di Milano occupano i binari della Stazione Centrale, seguiti dai loro colleghi nelle medesime condizioni.
Lotta Sporca ricostruisce con freddo rigore le ultime convulse giornate di occupazione. Uno strumento di analisi unico, costruito con il contributo dei lavoratori coinvolti. Emiliana Poce Marco Carraro ________________ da http://www.altrocinema.it/archivi/lottasporca.htm : “Milano, capitale del lavoro che non c’è…” declama dalla sommità della monumentale Stazione Centrale uno dei quattro lavoratori che per tre giorni e tre notti attuano uno sciopero della fame, accampati sul “terrazzo Michelangelo”, con sacchi a pelo, bottigliette e striscioni che incitano alla resistenza e inneggiano al 25 Aprile. La lotta dei lavoratori di una ditta appaltatrice delle pulizie sui treni di TreniItalia è l’oggetto del documentario. In un tempo in cui un proletariato tradito, disperso e confuso prende coscienza di aver perso infine l’unico valore che gli è proprio, il lavoro (“il mio lavoro appartiene al sindacalista” dice una delle tante grida che si accavallano), frammento di una lotta di classe che tenta disperatamente di rimanere tale. La macchina da presa (tutta realizzata a mano) è testimone attiva della vicenda, cerca di leggere il conflitto non solo in senso politico ma anche in termini propriamente narrativi, mescolando con campi diversi e primi piani, momenti di tensione e pause di riflessiva attualità politica o di personale confessione umana. Il supporto propriamente documentaristico, le foto che accompagnano i titoli in testa e in coda, le interviste, le didascalie riassuntive, le inserzioni in bianco e nero, cercano di esplicitare il senso di questa lotta. “Sporca” per l’oggetto a cui si applica il lavoro, ma ancor più per la funzione decisiva che un certo sindacalismo istituzionalizzato, mistificatorio e delle pacche sulle spalle svolge nella più tragica realtà del nostro tempo, l’agonia del lavoro e dell’uomo sociale, la deriva apparentemente inarrestabile verso la “reificazione” globale.
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