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Contro la deforestazione - greenpeace
Circa l'80% delle foreste del pianeta sono state distrutte, e la maggior parte di queste negli ultimi 30 anni..

autore Greenpeace
email ufficiostampa@greenpeace.it
citta' ravenna
data 19/02/2004

nome del file ngv_ra_it_20030623_green_forest1_2.avi
durata 00:03:48 (hh:mm:ss)
cd 35
grandezza 23.52 Mb
lingua it
mime type avi divx (video/avi)

Circa l'80% delle foreste del pianeta sono state distrutte, e la maggior parte di queste negli ultimi 30 anni... Oggi appena il 20% delle foreste rimane intatto. Cause del degrado. I motivi sono diversi da regione a regione: agricoltura, estrazione mineraria, insediamenti, piantagioni, costruzione di infrastrutture. Ma una ricerca del World Respurces Institute (WRI7 conclude che "il taglio di legno commerciale rappresenta la principale minaccia per le foreste di frontiera... coinvolgendo oltre il 70 per cento delle foreste minacciante del pianeta". L'industria del legno. Le attività distruttive dell'industria del legno sono solo il primo anello di una lunga catena di distruzione: le strade da esse costruite nel cuore della foresta, consentono l'accesso a nuovi insediamenti, a successive ondate di abbattimenti, alla caccia su vasta scala di specie rare, che sta minacciando di estinzione i grandi primati. Il taglio di alberi una delle principali cause dirette o indirette di distruzione delle foreste, le compagnie del legno non fanno che aggravare il fenomeno, operando con insufficienti piani di gestione, sprecando gran parte del legno durante il trasporto e la lavorazione, e la mancanza di trasparenza nell'industria del legno rende molto difficile identificare la vera origine del legno. E' praticamente impossibile stabilire come sono gestite le foreste da cui proviene, e questo rappresenta un forte incentivo alla pratica del taglio illegale, sempre più diffusa.


Conclusa l'azione dimostrativa di Greenepace alla segheria di Carbonera. Roma 30 giugno 2003 - Conclusa dopo circa 7 ore l'azione di Greenpeace alla Segheria Veneta Legnami di Carbonera in provincia di Treviso. Gli attivisti che avevano occupato lo stabilimento lo hanno abbandonato dopo che la proprieta' ha sottoscritto un documento in cui si e' impegnata a non acquistare legname proveniente da imprese coinvolte nel taglio illegale e ad avviare un processo di lungo termine verso una certificazione indipendente di buona gestione forestale di tutto il legname acquistato, secondo gli standard del Forest Stewaardship Council. Il proprietario della Veneta Legnami, il Sig. Fuser, ha accolto il responsabile della campagna Sergio Baffoni, e dopo un lungo colloquio in cui ha ascoltato le ragioni della protesta si e' reso disponibile a firmare l' importante impegno. "Greenpeace si ritiene completamente soddisfatta e apprezza l'impegno dell'azienda. La firma di oggi dimostra come soluzioni esistano e siano percorribili - ha dichiarato Sergio Baffoni - la situazione delle foreste africane e' grave, ma e' possibile affrontarla ed avviare un processo di trasformazione del mercato. Greenpeace chiede a tutti i produttori di approvvigionarsi elusivamente con legname certificato secondo gli schemi dell' FSC. Sottolinea inoltre l'urgenza della definizione di un chiaro quadro legale di riferimento da parte del governo". FERMARE IL LEGNO ILLEGALE Azione dimostrativa di Greenpeace Alla vigilia della Presidenza Italiana dell'Unione Europea, Greenpeace occupa una segheria per denunciare il fenomeno della deforestazione illegale Carboneria, Treviso - alle sette del mattino una trentina di attivisti di Greenpeace hanno occupato gli stabilimenti Veneta Legnami a Carboneria, TV. Un gruppo di climbers si e' arrampicato sul tetto della Veneta Legnami issandovi un grande striscione "Proteggiamo le foreste primarie", mentre due giganteschi alberi umani si aggiravano tra i tronchi centenari provenienti dall'Africa. Nel magazzino dell'impresa, legname proveniente da imprese coinvolte nel taglio illegale in Africa: * Cristal, impresa del discusso Hazim in Congo Brazzaville. Hazim e' il numero uno dell'illegalita' forestale in Camerun * SEFN (Socie'te' d'exploitation Forestie're de Noun) anch'essa coinvolta ufficialmente e gia' multata per taglio illegale Veneta Legnami e' anche cliente della camerunense Ingegnerie Forestiere, una compagnia gia' coinvolta nel taglio illegale. Secondo investigazioni condotte da Greenpeace, Ingegnerie Forestiere ha inoltre acquistato tronchi da una massiccia operazione di taglio illegale condotta in aree contigue alla riserva naturale di Dja, patrimonio universale dell'umanita'. La segheria si e' rifornita in passato di legname proveniente dalla MWPI (Maryland Wood Processing Industries), una compagnia del legno liberiana coinvolta nel traffico illegale di armi, che ha contribuito a portare il paese allo sfacelo della guerra civile. Il legname lavorato dalla Veneta Legnami proviene dalle foreste del Bacino del Congo, in Africa centrale, una regione di altissimo valore ecologico, dalla quale dipendono numerose comunita' di popoli nativi. Il taglio illegale in questa regione e' strettamente intrecciato con fenomeni di corruzione, con crescenti conflitti sociali, e con una massiccia distruzione delle foreste primarie che minaccia animali rari quale l'elefante di foresta, lo scimpanze' e il gorilla di pianura. "Domani iniziera' il semestre italiano di presidenza europea, e il nostro paese ancora non mostra di essere pronto a gestire e promuovere il piano europeo contro il legno illegale" ha dichiarato Sergio Baffoni, di Greenpeace La scorsa settimana Greenepace ha organizzato altre azioni dimostrative nei porti italiani per individuare e denunciare la presenza di legno o cellulosa di provenienza distruttiva. L'Italia e' un grande importatore di legname tropicale africano, e dovrebbe essere all'avanguardia nella lotta al taglio illegale. Finora purtroppo il nostro governo ha fatto poco o nulla, e non esiste neppure una legge in grado di fermare il legno illegale. "Nell'aprile del 2002 Fedecomlegno aveva sottoscritto un impegno comune con Greenpeace per contrastare l'arrivo in Italia di legname legato a conflitti armati. Si tratta di un passo coraggioso, ma il legno presente in questo magazzino dimostra come lodevoli impegni volontari non siano sufficienti a sostituire un quadro legale e un governo assente. Ora deve essere immediatamente varata una legge in grado di individuare e bloccare tutto il legname illegale e di sanzionare le imprese italiane che compiono crimini forestali all'estero, e d'altro canto impegnarsi ad usare solo legno o prodotti in legno provenienti da buona gestione forestale"


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